Campagna di sensibilizzazione “Asbestus Free”

06/04/2014

Proposta per la campagna di sensibilizzazione sulle problematiche dell’amianto “Asbestus Free”.

Premessa

“Migliorare la tutela della salute e la qualità degli ambienti di vita e di lavoro in relazione al rischio rappresentato dall’esposizione all’amianto”.
La recente presentazione del Piano Nazionale Amianto esposto dal Ministro della Sanità Balduzzi a Casale Monferrato l’8 aprile 2013 avvia un nuovo percorso di velocizzazione sulla dismissione dell’amianto dal territorio italiano.
All’interno del presente piano si considera “necessario superare le lacune della Pianificazione Regionale e le difficoltà che a livello territoriale e nazionale ostacolano, o quanto meno, rallentano la realizzazione di impianti di smaltimento o recupero rifiuti”. 
Si promuove altresì la “ricerca di nuove tecniche per lo smaltimento dell’amianto”, che però assicurino un adeguato rapporto di costi smaltimento Eternit ed efficacia delle tecniche adottate, cosa che in questo momento è ben lontana dagli obiettivi in quanto non esistono siti in Italia.

I pochi presenti all’estero costano molto di più, e i materiali trattati per incenerimento e conseguente vetrificazione non assicurano la totalità delle fibre inertizzate ed espongono ulteriormente le persone coinvolto nel processo produttive delle fibre di amianto;
Vengono individuati dall’INAIL 34.000 siti contaminati sul territorio e oltre 32 milioni di tonnellate ancora presenti con uno stato di “crescente degrado di materiali contenenti amianto che con il passare degli anni comportano un notevole rischio di incremento del rilascio di fibre pericolose nell’ambiente”.
Al punto “Sub obiettivo 3” – individuazione dei siti di smaltimento viene ribadito che “a fronte del fabbisogno di smaltimenti (32 milioni di tonnellate su tutto il territorio nazionale) si registra una grave insufficienza nell’offerta di discariche/siti di stoccaggio per amianto (presenza di soli 5 siti per un totale di 3 milioni di tonnellate) per cui “l’insufficienza dell’offerta di impianti di smaltimento, aggravati anche dall’alta incidenza dei costi di trasporto” visto che fino ad oggi “è stato massiccio il ricorso a discariche estere (Germania) con forti aggravi dei costi”.

Per risolvere questo problema – continua il testo del Piano Nazionale – “è necessario che la pianificazione regionale sia maggiormente vincolata per quanto riguarda l’obbligo di localizzare con precisione i siti di discarica di amianto in relazione al fabbisogno programmato, tenuto contro che una discarica costruita e gestita a regola d’arte non pone problemi in termini di salvaguardia dei profili sanitari e dell’ambiente.
Le discariche di amianto, in carenza di opzioni alternative di gestione, potrebbero anche essere disciplinate come impianti di rilevanza nazionale ai sensi del D lgs 152/06.
Occorre un intervento legislativo volto a favorire l’autorizzazione di nuovi siti dedicati allo smaltimento, anche mediante l’impiego di cave e miniere dismesse, oltretutto incentivando la riqualificazione di dette aree. Esempi recentissimi di Comuni che hanno accennato, a fronte di misure compensative, discariche per amianto sul proprio territorio, da loro stessi gestiti e controllate, dimostrando i vantaggi sanitari, ambientali e finanziari di tale tempo di investimento.
Si dovrà favorire la realizzazione di detti impianti in modo tale da assicurare su tutto il territorio interessato un sistema adeguato di smaltimento in conformità con i principi comunitari” 
che ricordiamo dettano la completa eliminazione dell’amianto in Europa entro il 2028.

 

Riflessione economiche

Considerando che l’INAIL ha censito oltre 32 milioni di tonnellate (ma mancano ancora due regioni intere e tutti i capanni e tettoie periferiche) e che di questo passo si smaltiranno tutti i quantitativi fra 80 anni (quindi ben oltre il 2028) è possibile soffermarsi ad analizzare due macro-numeri:

  1. Il costo dei trasporti per la Germania incide circa 60 €/ton mentre la raccolta se effettuata in Italia in discariche territoriali/regionali ne costerebbero solo 20 €/ton.
    Ne consegue che si riuscirebbe a risparmiare in tutta la filiera almeno 1 miliardo e 200 milioni di euro;
  2. I trasporti ad oggi vengono effettuati esclusivamente da trasportatori tedeschi mentre nel caso di gestione verso discariche nazionali i trasporti verrebbero effettuati da vettori locali con conseguente mantenimento in territorio nazionale di un PIL complessivo pari a circa 600 milioni di euro.

 

Proposte di ASTRA

Partendo da tali premesse e considerazioni economiche si sottolinea che:

  1. Viste le apprezzabili ma pur sempre esigue risorse messe a disposizione per la ricerca scientifica e la tutela delle vittime per l’amianto, il Consorzio ASTRA propone che, a seguito di realizzazione di discariche territoriali, l’ecotassa di 10,33 €/ton (per le sole discariche di amianto) sia devoluta alla ricerca scientifica e alle vittime dell’amianto (per un totale di oltre 300 milioni di euro);
  2. Visto che la parola “discarica” viene interpretata come sversamento incontrollato di rifiuto con conseguente compattazione del rifiuto, cosa che non avviene nelle discariche di cemento amianto in quanto viene fatto un abbancamento del bancale intatto, trattato e sigillato, messo a dimora e ricoperto giornalmente con terreno (tre livelli di sicurezza in più) si propone di autorizzare questi siti come “stoccaggio definitivo dell’amianto” in quanto termine più corretto dal momento che i rifiuti contenenti amianto “saltano” la filiera del recupero, riuso, riciclo etc che vengono prima del recupero per la produzione di energia (e non per consumarla) o ultimo della discarica.